Rimozione amianto dai tetti
L’amianto, e in particolare la sua forma più diffusa nelle coperture edilizie nota come Eternit, è stato per decenni uno dei materiali più utilizzati in Italia grazie alle sue eccezionali proprietà ignifughe, isolanti e di resistenza. Tuttavia, dietro questa apparente versatilità si nasconde un nemico invisibile e letale per la salute umana. Oggi, la bonifica dei tetti in amianto non è solo un obbligo normativo, ma un atto di responsabilità fondamentale per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Questo articolo approfondisce la pericolosità dell’amianto e illustra il processo corretto per la sua rimozione, evidenziando perché il "fai da te" è una pratica illegale ed estremamente rischiosa.
La pericolosità dell’amianto: un nemico invisibile
L’amianto, o asbesto, è un minerale naturale composto da fibre microscopiche e indistruttibili. La sua pericolosità non risiede nel materiale in sé quando è compatto e in buono stato (matrice compatta), ma nella sua capacità di rilasciare queste fibre nell’aria quando il materiale si deteriora o viene danneggiato. Questo processo è noto come friabilità.
Un tetto in Eternit, esposto per decenni agli agenti atmosferici (pioggia, vento, sole, gelo), subisce un inevitabile processo di degrado. La superficie si corrode, si sfalda e diventa friabile. Qualsiasi sollecitazione, anche minima come una grandinata, una camminata sopra la copertura o un intervento di manutenzione errato, può provocare il rilascio di milioni di queste fibre.
Cosa succede quando le fibre vengono inalate?
Le fibre di amianto sono così sottili (fino a 1.300 volte più sottili di un capello) che, una volta inalate, bypassano le difese naturali del sistema respiratorio e si depositano in profondità nei polmoni e nella pleura (la membrana che riveste i polmoni). Il corpo umano non è in grado di espellerle o degradarle. La loro presenza cronica provoca un’infiammazione persistente che, nel corso degli anni, può portare allo sviluppo di gravi patologie, tra cui:
- Asbestosi: una fibrosi polmonare cronica e irreversibile che causa insufficienza respiratoria progressiva.
- Tumore del polmone: l’esposizione all’amianto aumenta significativamente il rischio di cancro ai polmoni, con un effetto moltiplicatore per i fumatori.
- Mesotelioma Pleurico: un tumore raro e particolarmente aggressivo della pleura, quasi esclusivamente associato all’esposizione all’amianto. è considerato il marcatore per eccellenza dell’esposizione a questo minerale.
La caratteristica più insidiosa di queste malattie è il loro lunghissimo periodo di latenza: possono manifestarsi anche dopo 20-40 anni dall’esposizione. Questo significa che il pericolo non è immediato, ma agisce silenziosamente nel tempo.
Come Riconoscere un tetto in amianto
In Italia, l’uso dell’amianto è stato bandito con la Legge 257 del 1992. Pertanto, qualsiasi copertura installata prima di quella data è potenzialmente in amianto. Le lastre in cemento-amianto (Eternit) sono le più comuni e si riconoscono per:
- Aspetto: tipiche lastre ondulate o piane, di colore grigio.
- Stato di conservazione: spesso presentano muschio, licheni, crepe, sfaldamenti o rotture sui bordi.
- Marcatura: a volte, ma non sempre, può essere presente la marcatura "Eternit" o il marchio del produttore. Le lastre prodotte dopo il 1992 possono riportare la dicitura "NA" (Non Amianto) o "Asbestos Free".
Il Processo di rimozione e bonifica: un lavoro per specialisti
La rimozione dell’amianto è un’operazione complessa e pericolosa, regolata da una normativa stringente. Può essere eseguita esclusivamente da aziende specializzate, iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella categoria 10A o 10B.
Il processo di bonifica segue un rigido protocollo:
- Sopralluogo e Piano di lavoro: l’azienda specializzata valuta lo stato di conservazione della copertura e redige un "Piano di Lavoro" dettagliato, che viene presentato all’organo di vigilanza competente (ATS/ASL) per l’approvazione.
- Messa in sicurezza dell’area: l’intera area di lavoro viene confinata e segnalata per impedire l’accesso a persone non autorizzate e prevenire la dispersione delle fibre.
- Incapsulamento preliminare: prima della rimozione, le lastre vengono trattate con un prodotto specifico chiamato incapsulante. Questo liquido, spruzzato sulla superficie, "incolla" le fibre di amianto, riducendo drasticamente il rischio che si disperdano nell’aria durante la manipolazione.
- Rimozione delle lastre: gli operatori, dotati di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) completi (tute, maschere con filtri P3, guanti), procedono alla rimozione manuale delle lastre. Queste vengono smontate con cura, evitando rotture e cadute.
- Imballaggio e smaltimento: le lastre rimosse vengono immediatamente imballate in materiali sigillati e a tenuta (generalmente teli di polietilene) ed etichettate con la "R" di "Rifiuto Pericoloso". Vengono poi trasportate da mezzi autorizzati verso discariche speciali, le uniche abilitate a ricevere rifiuti contenenti amianto.
- Bonifica finale e certificazione: al termine della rimozione, l’area di lavoro viene decontaminata. L’azienda rilascia al cliente la documentazione che attesta l’avvenuto smaltimento secondo le norme, incluso il Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR) vidimato dall’impianto di destinazione.
Alternative alla rimozione: incapsulamento e confinamento
In alcuni casi, se le lastre sono in buono stato e non friabili, la legge permette due alternative alla rimozione:
- Incapsulamento: consiste nel ricoprire l’intera superficie con vernici speciali e resistenti che creano una pellicola protettiva, impedendo il rilascio di fibre.
- Confinamento: prevede l’installazione di una nuova copertura al di sopra di quella in amianto, che rimane così confinata e isolata.
Incentivi fiscali per la rimozione dell’amianto
Per incentivare la bonifica, lo Stato italiano mette a disposizione importanti detrazioni fiscali. I proprietari di immobili possono usufruire del Bonus Ristrutturazioni, che permette di detrarre dall’IRPEF il 50% delle spese sostenute, inclusi i costi di smaltimento e di rifacimento del tetto, per interventi sulle abitazioni principali e del 36& sulle seconde case (dal 2026 la detrazione verrà equiparata al 36%). è fondamentale verificare le condizioni e i massimali previsti dalla Legge di Bilancio in vigore.
Per le imprese lo strumento più vantaggioso è il Bando ISI INAIL, un contributo a fondo perduto che copre il 65% delle spese ammissibili fino ad un massimo di 130.000 €. Oltre alla bonifica e allo smaltimento dell’amianto, possono rientrare anche i costi per il rifacimento della copertura e l’installazione di sistemi di sicurezza come le linee vita.
Conclusione
Un tetto in amianto è una bomba a orologeria per la salute. Ignorare il problema o tentare soluzioni "fai da te" significa esporre se stessi, la propria famiglia e l’intera comunità a un rischio grave e irreversibile. La bonifica, eseguita da professionisti certificati, è l’unica strada percorribile. Sebbene rappresenti un investimento, grazie agli incentivi fiscali e al valore inestimabile della salute, è una scelta non più rimandabile per un futuro più sicuro e libero dall’amianto.
Se ritenete il contenuto di questa pagina utile condividetelo sui vostri social.