Unità terminali o terminali di emissione
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Le unità terminali sono terminali di emissione attraverso i quali passa il fluido termovettore che permette il riscaldamento od il raffrescamento in ogni locale in cui sono posizionati. Le unità terminali si suddividono in:
- unità a prevalente scambio termico convettivo: radiatori, termoconvettori, piastre radianti (convezione naturale) e ventilconvettori, aerotermi (convezione forzata);
- unità a prevalente scambio termico radiativi: pannelli radianti;
- unità per il condizionamento dell’aria o split (trattamento estivo ed invernale).
Radiatori
Sono i terminali di emissione più comunemente utilizzati negli edifici ad uso residenziale. Questi componenti scambiano calore per irraggiamento (20/30% circa) e per convezione naturale (70/80% circa). L’effetto scaldante del radiatore deriva dal fatto che l’aria fredda passa attraverso il radiatore dal basso verso l’alto riscaldandosi per poi tornare nell’ambiente. Sono formati da elementi componibili in ghisa, alluminio o acciaio, collegati fra di loro in parallelo, entro cui scorre il fluido termovettore che scambia calore con l’ambiente. I radiatori presentano caratteristiche diverse a seconda del tipo di materiale utilizzato:
- Radiatori in ghisa a colonnine o a piastra: sono caratterizzati da una elevata inerzia termica (hanno una capacità di conservare il calore molto più a lunga rispetto ai radiatori in acciaio e alluminio). Sono i primi termosifoni ad essere nati e sono grandi, pesanti e fragili. L’unica possibilità di installazione è a terra (a volte con piedini). Per scaldare i termosifoni in ghisa è necessaria una temperatura di ingresso o mandata di 65-80 ºC (molto alta) e impiegano più tempo a riscaldare una stanza. Le alte temperature producono un maggiore movimento ascensionale delle polveri e degli inquinanti, non proprio ideale per il nostro comfort. Inoltre temperature elevate possono rendere l’aria che respiriamo molto secca. La resa termica è inferiore, ovvero a parità di cessione di calore, i termosifoni in ghisa saranno più grandi di altri tipi (in particolare di quelli in alluminio). I radiatori in ghisa sono inoltre immuni dalla corrosione e modulari, ovvero si possono aggiungere o togliere elementi al bisogno.
- Radiatori in alluminio a piastra: hanno un costo relativamente contenuto ed una resa termica superiore ai radiatori in ghisa.
- Radiatori in acciaio a colonnine: a parità di resa termica pesano circa il 65/70% in meno rispetto ai radiatori in ghisa e hanno comunque una bassa inerzia termica nei tipi a piastra, più elevata però nei tipi a colonna. Sono inoltre soggetti a fenomi corrosivi, a differenza di quelli a ghisa.
I radiatori in ghisa preferibilmente vanno installati in ambienti dove l’occupazione è continua, mentre nel caso di occupazione saltuaria è bene installare corpi scaldanti a bassa inerzia termica come per esempio ventilconvettori, termoconvettori o radiatori in alluminio.
Dal punto di vista termico è molto importante la collocazione del corpo scaldante: se il radiatore è adiacente a una parete interna siamo sicuri che tutta l’energia emessa si riversa nell’ambiente riscaldato, mentre se la collocazione è su parete perimetrale (tipicamente sotto una finestra dove la parete è meno spessa) una quota importante della potenza termica erogata viene dissipata verso l’esterno. In questo caso per migliorare l’efficienza di emissione è sempre bene isolare la parete retrostante con uno schermo di materiale a bassa conduttività (incremento della resistenza termica della parete) e riflettente (riduzione dello scambio netto radiativo). I corpi scaldanti installati a muro nel sottofinestra, devono stare ad una distanza di circa 5 cm dalla parete e 10 cm dal pavimento per per permettere la circolazione dell’aria calda e la pulizia del pavimento e delle pareti. Se la distanza è rispettata, si crea un "effetto camino" che genera una buona portata d’aria che preleva così una notevole quantità di energia termica anche dal retro del radiatore. Quanto più la distanza è ridotta, tanto minore è la portata d’aria che vi passa e minore sarà la trasmissione del calore dal radiatore all’aria ambiente. Se il radiatore è a ridosso del muro si può avere una perdita di emissione termica anche superiore al 5%.
Termoconvettori
Il termoconvettore è un elettrodomestico alimentato ad acqua, elettricità e gas, che sfrutta il meccanismo della convezione per il suo funzionamento (emette aria calda). I termoconvettori a gas sono consigliati per ambienti medio-piccoli, i termoconvettori elettrici e ad acqua per ambienti più grandi. Quasi sempre i termoconvettori a gas e quelli elettrici hanno una ventola a velocità regolabile che spinge l’aria fuori dal dispositivo, il che facilita il riscaldamento ma aumenta i consumi. Per i termoconvettori a gas serve una presa d’aria esterna e uno scarico dei fumi, che di solito coincidono in un unico foro. Principalmente sono costituiti da batteria alettata alloggiata in un contenitore. L’aria viene riscaldata attraverso lo scambiatore alettato e viene immessa in ambiente per effetto camino. Lo scambio termico avviene in regime di convezione naturale ma è molto efficiente grazie all’effetto camino. I tempi di risposta sono molto rapidi. I termoconvettori vengono normalmente posizionati in nicchie o a vista e per loro valgono le stesse considerazioni fatte per i radiatori.
In base alla loro collocazione, esistono due tipologie costruttive di termoconvettori: quelli da posizionare a parete e quelli da posizionare su pavimento. Un altro tipo di classificazione viene fatta in base alla tipologia di alimentazione: ad acqua, a gas ed a elettricità. I termoconvettori a gas sono consigliati per ambienti medio-piccoli, mentre i termoconvettori elettrici e ad acqua per gli spazi più grandi.
Vantaggi e svantaggi dei termoconvettori: rispetto ai radiatori, i termoconvettori presentano alcuni vantaggi: a pari potenza sono più leggeri e meno costosi, hanno minore inerzia termica (scaldano molto velocemente) e possono risolvere meglio specifici problemi d’arredo. Per contro sono difficili da pulire e pertanto non devono essere utilizzati in locali polverosi o dove non è assicurata una soddisfacente pulizia, non sono componibili e non consentono di adottare una regolazione climatica perchè la loro curva di resa termica presenta una forte variazione di pendenza per temperature del fluido comprese tra 45 e 50 ºC. Inoltre non consentono una distribuzione uniforme dell’aria calda (temperatura più bassa al pavimento e più alta al soffitto). I consumi energetici dipendono molto dal tipo di termoconvettore che si sceglie.
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Piastre radianti
Le piastre radianti sono piastre in acciaio o alluminio saldate tra loro al cui interno si trova il fluido termovettore. Vengono utilizzate sia per riscaldamento che raffrescameto di abitazioni e ambienti di lavoro. Rispetto ai tradizionali radiatori permettono una distribuzione più uniforme del calore, riducendo al minimo le dispersioni termiche, mentre, come per i radiatori, scambiano calore principalmente per convezione naturale e solo in minima parte per irraggiamento.
Le piastre radianti funzionano, a differenza dei termosifoni, a basse temperature. Per ottenere la massima efficienza è sufficiente che la temperatura del fluido termovettore (acqua) sia tra i 25 e 32ºC, con conseguente risparmio energetico che può agevolmente superare il 40%. Il loro utilizzo è quindi consigliato con caldaie a condensazione. Sono inoltre compatibili con fonti energetiche alternative, come i pannelli solari. Per quanto riguarda l’installazione, le piastre radianti possono essere posizionate a parete, a pavimento e a soffitto, interessando superfici più o meno estese, in funzione della cubatura dell’ambiente. Hanno inoltre spessori contenuti, attorno ai 5 cm e, dal punto di vista estetico, possono essere personalizzate con varie decorazioni, diventando anche elemento di arredo.
Un altro punto a favore nell’utilizzo di piastre radianti rispetto ai tradizonali radiatori stà nel fatto che le piastre riscaldano oggetti e pareti all’interno delle stanze anzichè l’aria: in questo modo non c’è il fenomeno di sollevamento della polvere, nè quello della secchezza dell’aria, che potrebbero creare problemi soprattutto a persone allergiche, ma comunque importanti per chiunque desideri vivere in un ambiente salubre.
In conclusione le piastre radianti rappresentano una alternativa molto valida rispetto agli altri sistemi di riscaldamento sia per economicità di esercizio (risparmio energetico) che comfort abitativo. Teniamo inoltre conto che questi terminali sono stati progettati per la promozione delle nergie rinnovabili, integrandosi perfettamente con caldaie a condensazione, solare termico e con pompe di calore qualora si volessero utilizzare anche il raffrescamento estivo.
Ventilconvettori e Aerotermi
I VENTILCONVETTORI sono sistemi di emissione del calore (sotto forma di aria calda) per emissione forzata utilizzati in ambito civile. Sono infatti dotati di un piccolo motore elettrico che azione una ventola la quale aumenta considerevolmente la quantità di aria che viene immessa nel locale. Nel dettaglio il ventilconvettore è una unità a "tutto ricircolo" di aria. L’aria ambiente viene prelevata dal ventilatore, passa attraverso il filtro dove si libera delle polveri grosse, viene spinta verso la batteria di scambio termico dove per convezione forzata scambia calore con l’acqua e poi viene espulsa. In caso di riscaldamento il calore viene prelevato, in caso di raffreddamento viene ceduto. Quando l’aria viene raffreddata si opera anche la deumidificazione: l’umidità che viene trattenuta durante lo scambio termico condensa e l’acqua prodotta cade nella vasca di raccolta condensa. Questa poi viene fatta evacuare per caduta (o gravità) oppure tramite una pompa di rilancio.
I ventilconvettori possono essere montati a terra o a soffitto. A parte il loro maggior costo di installazione e di manutenzione, rispetto agli altri corpi scaldanti, i ventilconvettori presentano il vantaggio di una bassa inerzia termica (risposta immediata a tutte le esigenze di riscaldamento e raffrescamento dell’utenza. La velocità d’avvio e la ventilazione forzata dell’aria consentono di raggiungere in pochi minuti le temperature richieste), della regolazione per ciascun locale (termostato per la temperatura e valvola di regolazione della velocità del ventilatore) e della utilizzazione anche per raffrescamento estivo, facendo circolare dell’acqua refrigerata all’interno della batteria di scambio termico.
Altri vantaggi sono:
- comfort termico: i ventilconvettori permettono un costante ricircolo dell’aria, assicurando una temperatura uniforme negli ambienti ed evitando una eccessiva stratificazione verticale del calore (a differenza degli impianti a radiatori). Inoltre i ventilconvettori possono essere alimentati con acqua calda a temperature decisamente inferiori (45-50 ºC) a quelle dei radiatori (60/70 ºC), condizione che rende l’aria più umida, riducendo quindi il fenomeno di eccessiva secchezza. Infine la presenza di filtri trattiene le impurità e scongiura così fenomeni di sporcamente delle pareti, tipiche dei radiatori. Queste 3 caratteristiche garantiscono un miglior livello di salubrità dell’ ed un maggior comfort termico.
- risparmio energetico: la temperatura di uscita dell’aria da un ventilconvettore è di circa 35-50 ºC, mentre la temperatura dell’acqua che alimenta il ventilconvettore è pari a circa 45-50ºC, condizione quest’ultima che rende i ventilconvettori adatti per funzionare in abbinamento a generatori di calore caratterizzati da elevata efficienza e da temperature di lavoro medio-basse, come: caldaie a condensazione, pompe di calore e impianti solari termici per il riscaldamento. Un’altra quota di risparmio energetico, rispetto ai radiatori, la si ottiene grazie alle minori dispersioni di calore verso l’esterno. I radiatori, infatti, trasmettono parte del calore alle pareti su cui sono installati, mentre i ventilconvettori lo cedono interamente all’ambiente da riscaldare.
Gli AEROTERMI sono apparecchi che cedono calore per convenzione forzata di aria calda, utilizzati per riscaldare palestre, piscine, supermercati, autorimesse, laboratori, officine ecc.. Sono costituiti essenzialmente da: una batteria alettata di scambio termico, un ventilatore elicoidale, un involucro di contenimento. Vengono classificati in base alla direzione dei loro getti d’aria: a proiezione orizzontale e a proiezione verticale. Gli aerotermi a proiezione orizzontale sono chiamati anche aerotermi "a parete" e servono a riscaldare locali non molto alti. Per la regolazione del flusso d’aria, sono dotati di alette mobili orizzontali o verticali.
Aerotermi a proiezione orizzontale
Gli aerotermi a proiezione verticale sono chiamati anche aerotermi "pensili" e servono a riscaldare locali alti fino a 20÷25 metri. Il flusso d’aria degli aerotermi verticali può essere regolato con diffusori ad alette, a cone-jet, a tronco di cono o a anemostato.
Aerotermi a proiezione verticale
Scelta degli aerotermi: una corretta scelta degli aerotermi richiede l’esame di 3 fattori:
- tipo e collocazione degli aerotermi: sia il tipo che la collocazione di questi terminali devono essere scelti in modo da evitare il formarsi di zone troppo fredde o troppo calde. Indicazioni di ordine generali da seguire sono: installare almeno 2 aerotermi per ogni locale, verificare che la somma delle portate orarie dei ventilatori non sia inferiore a 3,5 volte il volume dell’ambiente da riscaldare, dirigere i getti d’aria calda contro ampie zone vetrate o contro grandi porte;
- temperatura di uscita dell’aria: la temperatura dell’aria in uscita dagli aerotermi deve essere compresa tra 40 e 45 ºC per aerotermi a proiezione orizzontale e tra 30 e 45 ºC per aerotermi a proiezione verticale;
- livello sonoro: il livello medio sonoro percepito dalle persone (misurato a 5 metri).
Pannelli e strisce radianti
I PANNELLI RADIANTI sono una tipologia di corpi scaldanti negli impianti ad acqua calda, che possono lavorare a temperature relativamente basse (Tmax=45ºC), caratteristica che li rende idonei per l’abbinamento con caldaie a condensazione. Possono venire usati anche per il raffrescamento estivo, facendo circolare nello stesso impianto acqua fredda (T=18ºC), con limiti ben precisi dovuti alla limitata resa frigorifra (potenza massima frigorifera pari a 50 W/mq per evitare fenomeni di condensa superficiale) e all’incapacità di deumidificare. Possono essere installati a pavimento, a parete e a soffitto. I pannelli radianti a pavimento sono utilizzati normalmente per il riscaldamento dell’ambiente (con una potenza termica pari a P=90-100 W/mq), mentre per il raffrescamento estivo la resa migliore si ha con i pannelli radianti a soffitto. I pannelli radianti a parete sono efficienti sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. Lo scambio termico si realizza per convenzione naturale con l’aria ambiente e anche per irraggiamento. Per i pannelli orizzontali, lo scambio termico è più efficace con flusso termico ascendente.
Vantaggi offerti dagli impianti a pannelli radianti: i principali vantaggi che gli impianti a pannelli possono offrire riguardano:
- il benessere termico
- la qualità dell’aria
- le condizioni igieniche
- l’impatto ambientale
- il calore utilizzabile a bassa temperatura
- il risparmio energetico.
Il riscaldamento a pannelli consente una migliore qualità dell’aria, dal momento che evita sia la combustione del pulviscolo atomosferico (che può causare senso di arsura e irritazione alla gola) che l’elevata circolazione di polvere (che può essere causa di allergie e difficoltà respiratorie).
Gli impianti a pannelli favoriscono il mantenimento di buone condizioni igieniche ambientali, in quanto evitano sia il formarsi di zone umide a pavimento che l’insorgere di muffe sulle pareti che confinano coi pavimenti caldi.
Nelle nuove costruzioni e negli interventi di recupero edilizio con rifacimento dei pavimenti, gli impianti a pannelli hanno un ridotto impatto ambientale in quanto oltre a non porre vincoli di natura estetica (vincoli architettonici), come visto nei primi 3 punti, garantiscono condizioni di benessere termico ottimale, buone condizioni igieniche ed una migliore qualità dell’aria.
Gli impianti a pannelli radianti lavorano con temperature del fluido termovettore (acqua) basse, rispetto ad esempio ai radiatori. Questo li rende idonei ad essere utilizzati con sorgenti di calore la cui resa aumenta al diminuire della temperatura del fluido termovettore richiesta: pompe di calore, caldaie a condensazione, pannelli solari, sistemi di recupero del calore e sistemi di teleriscaldamento.
Gli impianti a pannelli, rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, consentono risparmi energetici dell’ordine del 10/15%.
Lo svantaggio principale nell’utilizzo di impianti a pannelli è la loro elevata inerzia termica che li rende idonei all’uso nel caso di ambienti riscaldati con una certa continuità (abitazione principale). Per contro in ambienti riscaldati solo per brevi periodi l’inerzia termica degli impianti a pannelli comporta sensibili sfasamenti tra i tempi di avviamento e quelli di effettivo utilizzo (andrebbero accesi un paio di ore prima del nostro arrivo). In questo caso conviene ricorrere ad altri sistemi di riscaldamento (ad esempio ad aria).
Unità per il condizionamento dell’aria (split)
I condizionatori d’aria si dividono in due grandi categorie:
- pompe di calore
- raffrescatori
I condizionatori d’aria si differenziano anche in base al tipo di fuzionamento:
- ad assorbimento
- a compressione.
I condizionatori non solo rinfrescano, ma anche deumidificano e purificano l’aria del locale in cui sono installati. La funzione di deumidificazione avviene quando l’aria passa attraverso lo scambiatore per raffreddarsi. L’umidità in essa contenuta si deposita sotto forma di goccioline di condensa, che cadono nella vaschetta dello scarico della condensa e l’acqua così raccolta viene allontanata dal locale attraverso un tubo, mentre l’aria esce dallo scambiatore ben asciutta. I moderni condizionatori sono accessoriati di filtri in grado di purificare l’aria da smog, polline e polvere, oltre ad avere anche filtri che svolgono un’azione antibatterica.
Guida alla scelta di un condizionatore
Diversi sono i parametri da tenere in considerazione nella scelta di un condizionatore. Il consiglio è sempre quello di informarsi prima dell’acquisto e di far eseguire l’installazione da un tecnico competente. Vediamo brevemente quali sono i parametri e le carattteristiche che deve avere un buon impianto di condizionamento:
- classi di efficienza energetica per il raffrescamento ed il riscaldamento: indicano il consumo energetico dell’apparecchio. Sono indicate sulla etichetta energetica, obbligatoria dal 2004. Le classi energetiche sono 9 (da A+++ a F), ma in etichetta ne sono indicate 7;
- SEER e SCOP: indice di Efficienza Stagionale (SEER) e Coefficiente di Prestazione Stagionale (SCOP), definiscono il Consumo Energetico Stagionale e sono sempre indicati sull’Etichetta Energetica. Più i valori di SEER e di SCOP sono alti, e più l’unità di condizionamento dell’aria è efficiente. Orientatevi su questi indicatori per il vostro acquisto. In figura riporto le Classi di Efficienza Energetica SEER e SCOP per Split e MultiSplit Raffreddati ad Aria:
- Capacità di raffreddamento: espressa in BTU/h o in kW, esprime la potenza refrigerante di un condizionatore. Il Btu/h indica la capacità di un apparecchio di cedere o assorbire il calore in un’ora. Questo è il dato fondamentale da valutare al momento dell’acquisto. Più un condizionatore è potente, più è efficace. Ma ai fini della resa sono importanti anche l’ampiezza dei locali, la superficie finestrata e l’esposizione. La scelta di una macchina sottodimensionata (fatica a raggiungere la temperatura desiderata con conseguenti consumi elettrici elevati) o sovradimensionata (non in grado di deumidificare l’ambiente) è spesso l’errore che si commette. Per questo motivo conviene sempre affidarsi nella scelta ad un tecnico competente. L’acquisto potrà poi essere fatto direttamente da un rivenditore o online.
- Rumorosità: sempre indicata nell’etichetta energetica.
- Fluidi refrigeranti: fate attenzione a non acquistare apparecchi che tra qualche anno saranno fuori legge. È il caso dei CFC che in base al protocollo di Montreal sono vietati dal 1994 o degli HCFC già oggi in dismissione e il cui utilizzo è stato possibile solo se rigenerati fino a fine 2014. Quindi condizionatori che contengono solo R134, R407C e R410A.
- Tecnologia inverter: meglio orientarsi su apparecchi che utilizzano tecnologia Inverter, che consente una riduzione del consumo energetico fino al 30%. Quando l’ambiente raggiunge la temperatura programmata gli apparecchi dotati di questa funzione non si spengono, ma continuano a funzionare per tenerla stabile riducendo al minimo la potenza del motore. Lo scopo è risparmiare l’energia elettrica necessaria alla riaccensione ed evitare variazioni di temperatura nell’ambiente.
- Timer e termostato digitali: permettono di programmare l’accensione e lo spegnimento dell’apparecchio anche in orari in cui non siete presenti.