Come funziona l’IVA?

Qual’è il reale funzionamento dell’IVA?

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Non a tutti è chiaro quale sia il reale funzionamento dell’IVA, acronimo di Imposta sul Valore Aggiunto, introdotta in Italia nel 1972 e che oggi rappresenta uno dei maggiori introiti fiscali per il Governo.

L’Imposta sul Valore Aggiunto

L’IVA è un’imposta che si applica sul valore aggiunto di ogni fase produttiva e dello scambio di beni e servizi ed è relativa ai consumi: il suo calcolo si esegue sull’incremento di valore che un servizio o bene acquistato durante i vari passaggi economici.

L’applicazione di questa imposta prevedere l’obbligo, per colui che fornisce un bene o servizio all’interno del Paese, di addebitare l’IVA al cliente, in modo proporzionato al corrispettivo applicato.

Questo obbligo è detto "di rivalsa" e in modo invertito, si applica anche quando un soggetto passivo compra servizi beni da altri soggetti passivi.

La base imponibile è costituta dall’ammontare complessivo dei corrispettivi addebitati da chi cede il bene o servizio al cessionario il quale, a sua volta, li acquista.

Ogni Paese europeo decide autonomamente quali sono le proprie, mentre in Italia abbiamo 3 aliquote IVA, che sono pari, rispettivamente, al 4 %, 10 % e 22 %.

L’aliquota minima, del 4 %, si paga sui beni essenziali, quella del 10 %, ridotta, su servizi turistici, alimentari ed edili; l’aliquota del 22 % si applica su tutti i beni e servizi che non fanno parte delle precedenti casistiche.

Come si liquida l’IVA

Spieghiamo ora brevemente come avviene il calcolo iva con dei semplici esempi.

Supponiamo di acquistare un bene o un servizio al costo di 100,00 €, pagando un totale in fattura di 122,00 €, poiché l’aliquota IVA standard è del 22 %, pertanto il 22 % di 100,00 €.

Se abbiamo prestato un servizio facendo pagare 1.000,00 €+IVA al cliente, la somma della fattura sarà pari a 1.220,00 € : significa che siamo debitori verso l’erario per 220,00 €-22,00 € = 198,00 €, ovvero l’IVA ricevuta dal cliente meno quella che abbiamo usato per comprare i beni e servizi per svolgere il lavoro.

Essendo in questo caso dei soggetti passivi d’imposta, lo Stato consente di detrarre dall’imposta totale stessa, addebitata al consumatore, la parte che abbiamo speso per comprare i beni. Al contrario, se il nostro cliente è il consumatore finale, dovrà essere soggetto al peso totale dell’IVA versata allo Stato senza alcuna detrazione. Se, invece, è anch’egli titolare di partita IVA, darà vita a un ulteriore ciclo.


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